Il voto infelice – auguriamoci di non doverlo definire infausto – del Gran Consiglio sul tema del sussidiamento della frequenza delle scuole private, altrimenti detto "buono-scuola", è stato salutato da più parti come espressione di "spirito di apertura" (Giornale del Popolo), come "chiaro segnale di apertura" (Corriere del Ticino).
Ora, raramente come in questa materia si è assistito a giochi semantici assai poco corretti: si pensi ad esempio a quello di definire "scuole pubbliche non statali" quelle che gruppi di genitori omogeneamente militanti nel medesimo gruppo (o setta, o movimento che dir si voglia) ecclesiale hanno fondato per assicurarsi il controllo stretto della formazione dei propri figli.
La nostra attuale classe politica ha dato martedì e mercoledì 7 e 8 novembre una dimostrazione di mancanza di lungimiranza, irretita nell'ideologia del "privato è bello", del mito della concorrenza, o più semplicmente da una voglia di rivalsa a lungo storicamente coltivata.
Il neo-ottocentismo dei popolari-democratici - coniugandosi per l'occasione al rampantismo ciellino - ha ben illustrato l'incredibile faccia tosta di un partito che il giorno prima avrebbe voluto togliere allo Stato entrate per oltre otto milioni di franchi con un emendamento dell'ultima ora al pacchetto di sgravi fiscali e il giorno dopo sostiene un'erogazione di sussidi più o meno equivalente da parte dello Stato alle scuole cattoliche. Ha fatto il resto la mancanza di percezione dell'interesse collettivo di un "leghismo" solo proteso all'esaltazione dell'egoismo individualistico e alignate anche nel partito di maggioranza e nelle frangette di destra.
E così il parlamento non solo è stato trascinato ad inventarsi una categoria del tutto nuova e sconosciuta di scuole private, quelle dette "riconosciute", cioè libere di essere esclusiviste e indottrinanti perché non soggette alla vigilanza pedagogico didattica dello Stato, e questo proprio nel settore socialmente ed educativamente più importante e delicato dell'obbligatorietà. Ma ha pure approvato lo strumento che potrà incrementarne il moltiplicarsi,il sussidio alle famiglie.
Esso ha in tal modo gettato le basi per l'indebolimento dell'unica struttura scolastica ed educativa realmente, istituzionalmente APERTA, che è la scuola pubblica, nei gradi obbligatori gratuita.
L'"apertura" tanto elogiata è quindi quella che potrebbe promuovere tante nuove "chiusure", facilmente mascherabili ma non per questo meno vere…
Per fortuna i giochi non sono fatti. Si potrà ancora votare su questo pasticcio.
Prepariamoci a un dibattito serrato. Proponiamo per cominciare un contributo che ci consento una ricognizione dello stato della questione in un territoro vicino, il canton Zurigo.
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