ASSOCIAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL CANTONE E DEI COMUNI IN TICINO


Scuola, esigenze e contrasti


Il primo giorno di scuola viene vissuto da chi entra in una prima classe con particolari emozioni. Come insegnante nel medio superiore, rappresentando in questa occasione l’associazione cantonale dei docenti delle scuole medie superiori, cerco di immedesimarmi in un giovane che affronta per la prima volta una SMS (liceo/commercio). La sua curiosità per i contenuti di una formazione scolastica superiore, il sentirsi valorizzato per quello che sono i suoi molteplici interessi e le sue capacità di apprendimento, le attese nei confronti di un percorso che può portarlo all’università saranno forse accompagnati da una certa ansia per quanto riguarda la nuova classe, i nuovi docenti, le esigenze nelle singole materie o dal dubbio di magari non farcela. Perché non può essergli sfuggita la notizia – e alla scuola media sicuramente è stato reso attento in merito – che nel primo e secondo anno del medio superiore i tassi d’insuccesso sono elevati.

Molti iscritti, ma non tutti ce la faranno
Di fronte a questo dato di fatto è inevitabile riflettere sul passaggio dalla scuola dell’obbligo al postobbligatorio. Se da una parte i docenti di scuola media e quelli del medio superiore fanno del proprio meglio per rendere il passaggio armonioso per gli allievi adatti, dall’altra l’impostazione della scuola media come scuola che integra e non differenzia, “che non prepara specificamente al liceo” (una scelta del nostro Cantone, diversa da quelle di gran parte degli altri Cantoni) non è ideale sotto questo punto di vista.

Circa metà degli allievi di scuola media acquisiscono alla fine della quarta il diritto di iscriversi senza esame al medio superiore. Di loro, quattro su cinque (circa il 40% dei licenziati dalla scuola media) scelgono la strada che porta alla maturità dove ne arrivano però solo due su tre (il 27-28% dei licenziati dalla SM).

I nostri licei e la scuola cantonale di commercio possono dunque essere considerate scuole molto selettive, contrariamente alla situazione nel resto della Svizzera dove la selezione avviene già prima, attraverso percorsi scolastici differenziati nel secondario I e/o esami di ammissione per accedere al secondario II. Se si considera che, nonostante la forte selezione all’inizio del percorso formativo, il tasso di certificati di maturità rilasciati in Ticino è sempre sensibilmente più alto rispetto alla media svizzera, si capisce che gli insuccessi non possono essere imputati a un esagerato rigore da parte dei docenti o a esigenze eccessive da parte dei percorsi formativi. Anzi, le esigenze delle nostre SMS si orientano rigorosamente agli obiettivi formativi delle scuole di maturità, condivisi a livello federale.

Le esigenze delle università
Ancora di recente dai politecnici e dalle università sono giunti segnali chiari che indicano che queste scuole non sono disposte ad abbassare le loro richieste. Il nuovo direttore del Politecnico di Zurigo, professor Lino Guzzella, auspica addirittura esami di maturità più severi, sostenendo che i licei svizzeri starebbero riducendo le loro pretese. Prima di lui, l’ex direttrice dello stesso politecnico, professoressa Heidi Wunderli-Allenspach, aveva minacciato la possibilità di introdurre esami di ammissione per l’accesso agli atenei svizzeri, additando in particolare quei cantoni dove la quota di maturità è alta e costantemente in crescita (impossibile non pensare alla situazione ticinese!) e mettendo in discussione il principio svizzero secondo il quale il certificato di maturità deve dare libero accesso a tutti gli studi universitari (con la sola eccezione attualmente per gli studi di medicina).

I docenti delle SMS tra l’incudine e il martello
Il dilemma per il settore medio superiore è quindi evidente: la forte affluenza di allievi alla formazione post-obbligatoria (la cosiddetta “licealizzazione”), facilitata da un’impostazione della scuola media che vuole dare a tutti le stesse opportunità (un approccio sicuramente interessante e di valore; ma anche efficace?) e la permeabilità tra quarta media e SMS che permette di fatto a metà degli allievi in uscita dalle scuole dell’obbligo di continuare senza esame di ammissione il proprio percorso formativo in un liceo o alla scuola cantonale di commercio, causano un inevitabile abbassamento del livello nella prima fase degli studi medio superiori che deve poi essere compensato con un lavoro particolarmente intenso ed efficiente in un secondo momento, per raggiungere gli obiettivi prescritti.

È compito non facile dei docenti SMS coniugare diverse esigenze non sempre conciliabili: “recuperare” nel limite del possibile gli allievi inizialmente in difficoltà, ma anche rinforzare e motivare gli allievi con “una marcia in più” che apprendono con facilità; gestire situazioni di grande eterogeneità e comunque preparare al meglio i futuri studenti universitari.

Medio superiore: settore che merita attenzione
Con questo contributo non si vuole assolutamente insinuare ulteriori preoccupazioni negli allievi che tra qualche giorno intraprenderanno un nuovo ciclo di formazione nei nostri licei e alla Scc. Per loro l’importante sarà affrontare lo studio con convinzione, curiosità e spirito di apertura verso una formazione ampia e di alto livello culturale: questi sono e rimangono i presupposti per un apprendimento efficace perché facilitano atteggiamenti positivi come perseveranza, impegno, motivazione e disponibilità al coinvolgimento. Lo scopo è piuttosto quello di evidenziare che il settore medio superiore, spesso dimenticato nelle discussioni sulla scuola, sta incontrando difficoltà che meritano attenzione, a maggior ragione perché riguardano un importante numero di giovani alla ricerca di una formazione solida e non più soltanto un’élite che sa comunque arrangiarsi da sé.

Noi docenti, per le circostanze descritte, siamo chiamati a sforzi che vanno anche oltre a quelli dei colleghi del resto della Svizzera ma, come dimostra un recente sondaggio svolto a livello nazionale per verificare l’attrattiva della professione, siamo ben motivati e impegnati a garantire un insegnamento di buona qualità. Fonti di insoddisfazione sono determinate inconciliabilità insite nel sistema scolastico ticinese sul quale occorre riflettere, affinché la formazione nel medio superiore non venga logorata tra le scelte e le particolarità del settore medio da una parte e le esigenze delle università dall’altra. E affinché nel medio superiore non si sia costretti a dedicare tutta l’attenzione agli allievi in difficoltà (un impegno sicuramente molto importante, ma che non può essere esclusivo), ma resti anche spazio per la promozione dell’eccellenza.

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