I sostenitori dell'aiuto statale alle scuole private dichiarano che i cinque milioni di franchi per il controprogetto o i dieci per l'iniziativa non andranno a scapito della scuola pubblica, poiché le risorse verranno prelevate dal budget previsto per i nuovi compiti di questa legislatura.
Quest'argomentazione, in apparenza tranquillizzante, in realtà mi preoccupa come cittadino e contribuente ticinese.
Innanzitutto perché la scuola pubblica è già stata notevolmente indebolita negli ultimi anni da tagli per 17 milioni di franchi e, prima di correre in aiuto al settore privato, lo Stato dovrebbe ridarle quelle risorse sottratte per risanare le finanze cantonali.
Secondariamente credo che fra i nuovi compiti di legislatura dello Stato dovrebbe esserci prioritariamente l'aiuto alle scuole pubbliche e non a quelle private!
Un'altra argomentazione sovente sbandierata dai sostenitori delle scuole private è che offrono dei servizi che le scuole pubbliche non forniscono. Il più citato è il doposcuola.
La scuola privata afferma di rispondere ad un problema diffuso, ma in realtà proprio perché frequentata solo dal 5% degli allievi di tutto il Ticino, non lo risolve! E al restante 95% degli allievi cosa offriamo?
Il problema del doposcuola è reale e non va minimizzato. Negli ultimi anni la società è profondamente mutata e pertanto la scuola pubblica non può più permettersi di restare chiusa all'evoluzione socio-economica e soprattutto alle nuove esigenze di numerosi genitori. Ad esempio, il crescente numero di famiglie monoparentali, di allievi stranieri o con entrambi i genitori che lavorano, pone effettivamente con insistenza e urgenza il problema del doposcuola.
Numerosi ragazzi non avvertono questo vuoto poiché occupano il tempo libero nelle diverse società sportive, culturali e ricreative e soprattutto sono seguiti a casa, ma innumerevoli altri sono soli, privi di una guida e di un aiuto nello studio.
La soluzione ai loro problemi non è però il finanziamento indiretto delle scuole private. Occorre piuttosto un nuovo e coraggioso orientamento della politica scolastica cantonale.
Cosa dovrebbe fare un politico quando s'accorge che la scuola pubblica non offre un servizio necessario oppure lo fornisce in modo lacunoso?
Se crede nella sua scuola, nella scuola pubblica, crea il servizio o lo potenzia se non soddisfa l'utente. Mi sembra ovvio! Invece si lascia sguarnito il settore pubblico sul fronte di quest'importante offerta e si finanzia il settore privato. Incredibile, ma vero! Lo Stato non risolve - come dovrebbe - prioritariamente i suoi problemi ma corre in aiuto del settore privato!
Dal politico mi attendo che fra i nuovi compiti della legislatura, prioritariamente, ne assegni uno nuovo alla sua scuola (statale e pubblica), dandole evidentemente i mezzi necessari per rispondere con efficacia alle esigenze di numerose famiglie, che ritengono il doposcuola ormai irrinunciabile.
Con i cinque milioni di franchi necessari per realizzare il controprogetto (potrebbero essere dieci se passasse l'iniziativa), considerando che un'ora d'insegnamento annuo equivale a circa seimila franchi, tutte le scuole medie e medie superiori del Ticino avrebbero a disposizione ventiquattro ore settimanali per tutto l'anno per il servizio del doposcuola, ovviamente facoltativo. In altre parole, da Airolo a Chiasso in ogni sede si potrebbe istituire il servizio del doposcuola tutti i giorni da lunedì a venerdì, dalle quattro alle sei di sera, con diversi docenti a disposizione degli allievi che desiderano svolgere i compiti, preparare delle verifiche, ripassare delle lezioni e migliorare le tecniche di studio, arginando così il dilagante e preoccupante fenomeno delle lezioni private (sovente molto costose) pagate dalle famiglie. E tutto questo sotto la guida di docenti oppure d'animatori esterni chiamati per attività ricreative e formative, quali, ad esempio, teatro, cinema, fotografia, espressioni artistiche diverse, nel più ampio rispetto della libertà dell'allievo e della famiglia di scegliere il doposcuola o il rientro a casa.
Mi sembra una concreta proposta per migliorare la scuola pubblica ticinese (95% di allievi) e una valida alternativa al ticket (5% di allievi), ma soprattutto mi sembra un buon motivo per un convinto e deciso doppio NO!
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