Il 14 giugno la CDPE ha approvato la versione definitiva del concordato HarmoS, che dovrà ora essere approvato dai parlamenti cantonali.
Il nuovo testo scaturito dalla consultazione, poco diverso dal primo, non può essere accolto favorevolmente, nonostante la deroga concessa al Ticino di poter mantenere i 5 anni di scuola elementare seguiti dai 4 di scuola media. Il DECS canta vittoria, ma non possiamo fare altrettanto perché, ricordando le osservazioni fatte come VPOD, rimangono parecchie perplessitàObiettivi
Avevamo chiesto di inserire i principi di non discriminazione, di pari opportunità, di diritto alla formazione per tutti fino alla conclusione del ciclo secondario I, nonché i concetti di integrazione ed educazione interculturale. Nulla di tutto ciò compare.
Una sola piccola apertura la troviamo nel nuovo articolo 4 sulle lingue (che farà molto discutere) dove si accenna a un generico sostegno organizzativo per corsi di lingua e cultura del paese d’origine. Meglio di niente, ma francamente è un po’ poco.Scuola dell’infanzia
Per la data di nascita determinante per l’inizio dell’obbligo scolastico avevamo chiesto maggiore flessibilità. Invece il posticipo dal 30 giugno al 31 luglio sembra una presa in giro.
Di conseguenza avremo nella scuola dell’infanzia allievi che hanno compiuto i sei anni tra agosto e dicembre, con un rischio concreto di impedire in alcune sedi la scolarizzazione a tre anni.Standard, portfolio, monitoraggio
Sugli standard di formazione, verifiche che condizioneranno pesantemente i programmi, le modalità di insegnamento e i sussidi didattici, avevamo espresso molte riserve, ma il testo è rimasto sostanzialmente invariato.
Per i portfolii (parola che già di per sé evoca scenari bancari più che scolastici) il nuovo testo è addirittura peggiore del precedente, in quanto non sono più i Cantoni a certificare, ma devono fare in modo che gli allievi possano certificare: un’apertura palese al privato che non può non allarmare.
Anche sul monitoraggio del sistema educativo avevamo espresso riserve perché può indurre la concorrenza tra istituti, ma anche in questo caso senza risultato.
Standard, portfolio e monitoraggio sono i veri capisaldi di HarmoS che ci portano verso una scuola uniformata su modelli cari alle cerchie economiche, che stimola la competitività a scapito della cultura e della formazione della persona.
Se il DECS canta vittoria, noi non possiamo.