Nell’anno 1999 l’Associazione internazionale per la storia delle Alpi e l’Università della Svizzera italiana concludevano una convenzione interessante per entrambe: l’Università della Svizzera italiana associava a sé l’Istituto per la storia delle Alpi (ISAlp) e gli metteva a disposizione l’indispensabile e modesto sostegno logistico e finanziario. Sono passati tre anni dall’inizio di questa collaborazione e già l’ISAlp riceve lo sfratto: il prof Bergier, il promotore e l’anima dell’Associazione per la storia delle Alpi e del suo istituto, afferma preoccupato che “ l’esistenza dell’ISAlp è in pericolo” (“ laRegione”, 11 ottobre). Si apprende poi che, come avviene in questi casi, l’inquilino ottiene una proroga di due anni per cercarsi una nuova sistemazione.
Per giudicare dello sfratto è forse utile conoscere l’inquilino.
L’Associazione per la storia delle Alpi è stata fondata a Lucerna nel 1995 da un gruppo internazionale di studiosi, guidati da Jean François Bergier, un pioniere e una vera autorità in questo campo di ricerche. L’associazione accoglie stabilmente nel proprio comitato ricercatori di Svizzera, Italia, Germania, Austria, Slovenia, ma è ovviamente aperta a tutti gli studiosi interessati alla storia delle Alpi o alle vicende delle civiltà nelle montagne in generale.
L’attività si è dimostrata subito intensa e fruttuosa, con l’organizzazione di una serie di convegni in sedi di prestigio e la pubblicazione di una rivista plurilingue che ne raccoglie gli atti, intitolata “ Storia delle Alpi”.L’ISAlp ha iniziato la propria attività a Lugano nel 2000. Dispone di un microscopico, ma attivo, staff diretto da Jon Mathieu, uno dei maggiori specialisti per la storia alpina, autore di un volume che ormai fa autorità: “ Storia delle Alpi 1500- 1900”, uscito nel 1998 in edizione tedesca e nel 2000 in traduzione italiana curata da un editore del Ticino.
L’ISAlp ha dall’inizio proposto conferenze pubbliche invitando storici di fama; ha organizzato seminari, convegni, cura la pubblicazione della rivista, partecipa a programmi internazionali di ricerca; ha associato presso di sé parecchi giovani ricercatori del Ticino e della Lombardia; li ha seguiti e stimolati, dando loro la possibilità di seguire corsi di perfezionamento, di confrontare i risultati delle rispettive indagini, di discutere problemi di metodo e di comunicazione storiografica.
L’ISAlp è dunque ampiamente in attivo nel campo della ricerca, della didattica, dell’innovazione, delle relazioni internazionali, dell’irradiamento, del dialogo con il territorio. Per questo riesce incomprensibile, e può essere valutata come una vera perdita per tutti, la decisione di allontanare da Lugano l’istituto. Io mi auguro che le autorità accademiche dell’Usi rivedano la loro decisione, spero che l’autorità cantonale consideri l’importanza dell’ISAlp per il Ticino e collabori a rimuovere gli ostacoli, spero che gli storici e i giovani ricercatori partecipino al dibattito, informino sulle proprie esperienze presso l’ISAlp e dimostrino così che l’università e la ricerca sono veramente un bene comune.