Che sarà dell’’Associazione per la scuola pubblica’ dopo la vittoria del 18 febbraio scorso?
A parole la risposta è immediata: siccome i suoi scopi sociali sono due:
a) difendere la scuola pubblica,
b) migliorarla;
e siccome il primo è stato raggiunto come meglio non si poteva grazie alla mobilitazione di tutto il paese, adesso bisogna dedicarsi al secondo.
Né saldi né liquidazioni, dunque, bensì assunzione di nuovi impegni e adattamenti a nuovi compiti, dopo una seria analisi della situazione.Il nuovo contesto.
1. La campagna per la votazione ha riproposto la scuola pubblica all’attenzione del paese. La cittadinanza si è resa conto che un bene comune, al quale si era forse abituata come a qualcosa di dato e di ovvio, poteva anche essere aggredito e danneggiato. Con il suo voto ha risposto con estrema decisione che si opponeva ad ogni manovra che potesse indebolire la sua scuola. Con ciò ha rinnovato la propria fiducia alla scuola di tutti, ma le ha pure confermato la grave responsabilità di continuare a formare le nuove generazioni. Toccherà in primo luogo alla scuola stessa, intesa come sistema formativo dai suoi vertici fino all’ultimo docente, raccogliere la nuova sfida e continuare a meritare questa splendida fiducia.
2. La necessità di opporsi alla famigerata iniziativa ‘per un’effettiva libertà di scelta della scuola’ ha coalizzato forze sociali preziose, che sarebbe imperdonabile disperdere. Si tratta di forze democratiche e solidali diffuse per tutto il territorio, trasversali rispetto a partiti e chiese. Forze che, vincendo, si ritrovano adesso con la responsabilità di stimolare una politica scolastica senza avventure, ma molto attenta ai bisogni scolastici e parascolastici sempre nuovi di una società assai dinamica; una politica scolastica lungimirante nei progetti e generosa nei provvedimenti.
3. Bisogna ammettere che non sempre negli anni passati queste forze sono riuscite a determinare una politica scolastica capace di mantenere la nostra scuola al passo coi tempi. Esse hanno dovuto assistere a deplorevoli misure di risparmio, a conseguenti tagli o cadute di qualità di taluni servizi, a nuove difficoltà per famiglie e docenti, al venir meno di margini di manovra all’interno degli istituti, al diminuire della tensione innovativa, ecc. In questo momento si tratta per loro di trovare nuova efficacia, anche grazie a nuove forme organizzative. Rimangono ovviamente i partiti politici e i sindacati, come pure le associazioni professionali dei docenti, i comitati e le assemblee dei genitori, i collettivi studenteschi…
Posizione e ruolo dell’’Associazione per la scuola pubblica’.
a) Se tale è il contesto, quale può essere il posto di un’Associazione come la nostra nella stagione, che può e deve aprirsi, di miglioramento della nostra scuola? Siamo un migliaio di liberi cittadini, di varia tendenza e professione, che hanno dimostrato vivo interesse per la scuola pubblica, si sono impegnati insieme in una campagna difficile e costosa, sono stati premiati e quindi uniti ancora di più dalla vittoria del 18 febbraio e ora sono certamente disposti a continuare.
L’Associazione può perciò diventare un osservatorio apartitico e aconfessionale del sistema-scuola, un luogo d’incontro delle forze sociali che sostengono tale sistema, un tramite per sottoporre alle autorità responsabili progetti e rivendicazioni per il suo miglioramento continuo, un mezzo di pressione per accompagnarli a buon fine.b) Un luogo simile appare tanto più auspicabile in quanto sappiamo che in questo paese il mondo della scuola scarseggia di rappresentanza politica. Proprio il dibattito sui sussidi per le scuole private e la loro approvazione a maggioranza, poi sconfessata dal popolo e trasformatasi in una figuraccia, hanno dimostrato che la scuola non può fidarsi ciecamente di un Gran Consiglio, dove non sono presenti né gli studenti, né i docenti, né i genitori. Un Gran Consiglio non di rado distratto o frettoloso sulle cose di scuola, che può essere condizionato da improvvisazioni, alleanze strumentali, tattiche di potere, senza nessun rapporto con gli interessi della gioventù in formazione.
c) Per poter essere efficace, un simile luogo di convergenza e di rappresentanza dovrà istituire rapporti organici con quelle che, secondo la Legge della scuola, sono le ‘componenti della scuola’. Dovrà probabilmente comprendere nel proprio Comitato anche elementi che lo colleghino direttamente con i sindacati e le associazioni dei docenti, con l’associazione cantonale dei genitori, con il collettivo studentesco… In questo modo si potrà rendere la collaborazione più facile e continua e si potranno aiutare questi ‘corpi’ a trovare ascolto e rispondenza presso le autorità (ciò che finora non sempre è avvenuto) e dunque a rendere più feconda la loro opera.
La prossima assemblea dell’Associazione (27 marzo, Scuola cant. di Commercio, Bellinzona) sarà un’assemblea di bilancio (dopo i tre anni spesi in difesa della scuola pubblica) e di rilancio (mi auguro nel senso qui indicato). Questo restante 2001 chiuderà anche il primo quadriennio e potrebbe servire benissimo per preparare sia la nuova struttura dell’Associazione, adattata ai nuovi compiti, sia le elezioni sociali, il Comitato che dovrà pilotarla dal 2002 al 2005.
Il dibattito è ovviamente aperto dentro e fuori l’Associazione; sarà benvenuta ogni riflessione intesa ad arricchirlo.
(Possibile utilizzare anche il sito Internet: www.castalia,ch/asp).Per il Comitato:
Il presidente Mario Forni