ASSOCIAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL CANTONE E DEI COMUNI IN TICINO


Iniziativa popolare
"Aiutiamo le scuole comunali - Per il futuro dei nostri ragazzi"
Conferenza stampa 11 giugno 2014

 

Raoul Ghisletta, primo proponente

Perché votare Sì all’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi”.

L’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi” è stata depositata nel novembre 2009 con 10'000 firme allo scopo di migliorare la qualità della scuola e la presenza di mense e doposcuola. I benefici dell’iniziativa si estenderanno dal mondo della scuola e dalle famiglie fino all’economia e a tutta la società ticinese, garantendo un’accoglienza extrascolastica dei ragazzi accresciuta e più uniforme, come pure migliorando la qualità dell’insegnamento per affrontare il futuro su basi più solide.
L’iniziativa vuole favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia, che è un elemento fondamentale per il successo economico collettivo e individuale. Le famiglie ticinesi vanno aiutate dai servizi extrascolastici a gestire il complesso rapporto tra cura dei figli e lavoro. Il mondo economico è sempre più esigente e richiede un costante aggiornamento delle competenze di chi lavora. Solamente una presenza capillare di mense, doposcuola e scuole dell’infanzia a orario prolungato in tutte le zone del Cantone, come chiede l’iniziativa, permetterà a tutte le famiglie di conciliare cura dei figli e lavoro, mantenendo un piede nel mondo del lavoro almeno con un lavoro a tempo parziale.
L’iniziativa, tra l’altro, affronta il problema delle classi con troppi allievi (oltre 20 per classe), che si pone in 2/3 delle classi nella scuola dell’infanzia (264 su 398) e in 1/4 delle classi nella scuola elementare (207 su 784), per un totale di circa 10'600 allievi su 25'000. Le ricerche internazionali mostrano che classi con meno allievi danno migliori risultati in matematica e in lettura. Infatti nelle classi meno numerose il docente ha meno burocrazia da svolgere e più tempo da dedicare all’insegnamento, gli allievi si concentrano di più, vi sono più feedback dagli allievi al docente e vi è più tempo per la lettura individuale ad alta voce.
L’iniziativa verrà attuata progressivamente sull’arco di 5 anni: in questo lustro l’aumento della spesa annua sarà di ca. +0,1% annuo per il Cantone e +0,2% annuo per i Comuni, una crescita sopportabile, utile e giustificata. Ricordiamo che nelle spese per l’educazione il Ticino è nettamente sotto la media svizzera. Questo lasso ragionevole di tempo permetterà di reperire nuovi docenti e addetti alle mense, di creare nuove sezioni scolastiche e nuovi servizi extrascolastici, nonché di organizzare i miglioramenti delle scuole comunali. L’iniziativa prevede infine che ogni 3 anni il Governo valuti la nuova legge, coinvolgendo il Parlamento.

 

Adriano Merlini, presidente Sindacato VPOD docenti

Per capire il perché si vada a votare il 28 settembre 2014 sull’iniziativa popolare Aiutiamo le scuole comunali. Per il futuro dei nostri ragazzi è indispensabile fare un passo indietro. Era infatti la primavera del 2009 quando, dopo aver ampiamente consultato e dibattuto con la loro base, tutte le organizzazioni magistrali presenti in Ticino (Associazione La Scuola, Federazione Docenti Ticinesi, Movimento della Scuola, OCST-docenti, VPOD-docenti), i rappresentati degli studenti (Sindacato Indipendente Studenti ed Apprendisti) e l’Associazione per la Scuola Pubblica si sono trovati concordi nell’individuare i campi prioritari di intervento per salvaguardare la qualità della scuola e per permetterle di meglio rispondere alle esigenze di una società in forte evoluzione.
L’appello Fermiamo la deriva della scuola in Ticino chiedeva:
a) estensione dei servizi parascolastici quali mense, doposcuola e orario prolungato,
b) diminuzione del numero massimo di allievi per classe in tutti gli ordini e gradi di scuola,
c) aumento dell’attrattiva della professione di docente.

L’appello è purtroppo rimasto lettera morta. Come spesso accade i politici amano infatti molto parlare della scuola, soprattutto in campagna elettorale, ma sono molto meno disposti ad ascoltarla!
Per questi motivi è stata lanciata, pochi mesi dopo, la raccolta delle firme per l’iniziativa che ha raccolto quasi 10'000 firme. Dei tre temi centrali, si è deciso di tralasciare quello relativo l’attrattiva professionale: malgrado si sia convinti che la buona scuola sia fatta anche dai buoni docenti, sarebbe stato infatti difficile inserire anche questo tema nella revisione della legislazione vigente. Il testo elaborato consiste in una revisione delle leggi sulla Scuola dell’Infanzia e sulla Scuola Elementare: si è partiti dalla constatazione condivisa che queste istituzioni siano ancora valide e che non necessitino di uno stravolgimento, ma di aggiustamenti che permettano di operare al meglio in un contesto sociale mutato.
Studenti, genitori e docenti chiedono ai cittadini ticinesi di voler sostenere la qualità della loro scuola.

 

Katya Cometta e Loredana Schlegel, copresidenti dell'Associazione per la Scuola Pubblica del Cantone e dei Comuni

“Se pensate che l’educazione sia costosa, vedrete quanto costerà l’ignoranza nel ventunesimo secolo”, Barack Obama

La realtà delle famiglie, della società e della scuola è radicalmente cambiata negli ultimi vent’anni. Credere che il modello di nucleo tradizionale -con padre al lavoro, madre casalinga e figli tutti a vivere sotto uno stesso tetto- sia quello di riferimento è un errore. Non solo perché le famiglie monoparentali sono sempre più numerose, ma anche perché le madri sono più attive professionalmente. Il loro è spesso un lavoro per necessità ma lo è anche per realizzazione personale. Heidi vive ancora qua e là nella Svizzera centrale, ma altrove anche le donne hanno una propria vita attiva. Per fortuna.
La schizofrenia tutta elvetica e ancor più ticinese in questo settore si manifesta da un lato nell’offrire teoricamente sempre maggiori possibilità di carriera alle donne, ma dall’altro nel non consentir loro, in pratica, di ingaggiarsi in un’attività professionale con concrete possibilità di far funzionare famiglia e carriera, contemporaneamente.
Proprio recentemente a Lugano, la Direttrice della Seco Marie-Gabrielle Ineichen–Fleisch ha affermato che la giusta ricetta in questo campo è quella di “mettere a disposizione tutte quelle strutture che consentano ad una donna di gestire lavoro e famiglia. Asili nido, mense scolastiche, servizi pre e dopo scuola”.
Negare che vi sia la necessità proprio di questi elementi aggiuntivi alla scuola sarebbe surreale.
Così come lo è ostinarsi a monetizzare o dogmatizzare la formazione. Ci si dirà che non si possono sempre avere il soldino ed il panino, contemporaneamente; si ripeterà che un giorno o l’altro viene il momento in cui occorre fare una ragionevole scelta. Le scelte, però, devono rigorosamente essere concretizzate in funzione delle esigenze del cittadino e non di quelle della politica. E` un dato di fatto che vi sia l’esigenza di garantire i servizi parascolastici in grado di consentire ai genitori di svolgere una professione, alle mamme di lavorare serene, ai bimbi di essere al sicuro, accuditi con competenza in attesa di rientrare a casa, la sera. Nei comuni in cui questo servizio esiste la soddisfazione è totale anche e soprattutto da parte dei bimbi che così non sono sballottati fra casa, parenti, amici e ciò senza alcuna regolarità. I bambini hanno appunto bisogno di punti fermi, di abitudini, si sicurezza. Compito di uno Stato moderno è quello di facilitarne la crescita. Sono le tanto decantate condizioni quadro, che van bene se son citate per i vari settori della nostra economia, ma decisamente meno bene se sono le famiglie e la scuola i tasselli a cui si deve pensare.
E` vero che questa iniziativa comporta dei costi, costi che inevitabilmente ricadranno sui cittadini. Ma ci sono costi giusti e costi superflui. Quelli legati alla scuola e ai servizi parascolastici sono più che condivisibili perché vanno solo ed esclusivamente a beneficio di bambini, allievi, studenti e delle loro famiglie. Sono crediti per il nostro futuro.
Un detto popolare afferma che “i politici sono tutti uguali: promettono di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi”. Il nostro fiume è la scuola ticinese, che un ponte finalmente se lo merita.

 

Gianluca D'Ettorre, presidente OCST - Docenti

Prevedendo classi di scuola dell’infanzia e di scuola elementare con al massimo 20 allievi, l’aumento degli ispettorati scolastici, il ricorso a docenti di appoggio e di integrazione linguistica e altre misure analoghe, si favorisce concretamente lo sviluppo delle potenzialità degli allievi, migliorando al contempo anche le condizioni di lavoro dei docenti e l’efficacia del loro insegnamento. Gli studi di Blatchford (2003) e di Piketty (2004) evidenziano come la riduzione del numero di allievi per classe comporti un maggiore rendimento scolastico e un’attenuazione delle differenze determinate da fattori sociali. Dopo anni di risparmi nocivi, è ora di rilanciare la nostra scuola.
In una società demograficamente dipendente dall’immigrazione e poco propensa alla natalità, l’attuazione dell’iniziativa con la disponibilità di asili a partire dai 3 anni, di refezioni scolastiche e di corsi doposcuola generalizzati, sostiene effettivamente i sempre più numerosi genitori impegnati nel mondo del lavoro (il 46% delle coppie con figli vede lavorare entrambi i genitori), indipendentemente dal reddito percepito. L’eliminazione delle rilevanti disparità regionali relative alla presenza di tali servizi renderà attrattive anche le località che attualmente offrono minori strutture per i bambini.
Il costo, dopo 5 anni di progressiva implementazione (+ 0,09 % circa all’anno), ammonterà a circa 16 mio. di franchi per il Cantone (+ 0,47 % circa del budget annuale), mentre per i Comuni dovrebbe crescere dello 0,2 % circa all’anno per raggiungere i 17 mio. circa dopo 5 anni (+ 1% circa del budget annuale). Con una crescita della spesa sostenibile e giustificata, il Ticino passerebbe dal 23,2% dei fondi pubblici (di Cantone e Comuni) destinati alla formazione, al 23,5%, restando comunque al di sotto del 26,8% della media intercantonale svizzera (nel 2007 era al 24° posto).
I benefici si estenderanno dunque dal mondo della scuola e dalle famiglie fino all’economia e a tutta la società ticinese, conciliando esigenze professionali e famigliari, garantendo un’accoglienza extrascolastica dei nostri figli accresciuta e più uniforme, nonché migliorando la qualità dell’insegnamento per affrontare il futuro su basi più solide.

 

Francesco Giudici, Movimento della Scuola

Il Movimento della Scuola ha deciso di partecipare attivamente in favore dell’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali”. Da anni stiamo raccogliendo dati che dimostrano come il nostro cantone, rispetto agli altri cantoni elvetici, non spicchi di certo per magnanimità al riguardo degli investimenti in campo educativo. Durante la giornata del 29 novembre 2012, che aveva lo scopo di informare i genitori degli allievi che frequentano la scuola dell’obbligo, si era cercato di rendere più consapevole l’autorità parentale di parecchie difficoltà che non contribuiscono di certo a facilitare il lavoro dell’insegnante. L’iniziativa “Aiutiamo le scuole comunali”, se accettata, potrebbe apportare dei miglioramenti effettivi sia sul fronte del lavoro in aula, sia sul fronte delle nuove richieste che vengono delegate alla scuola:

 

Isabella Bernasconi, Associazione Cantonale Docenti Scuola dell’Infanzia

Questa iniziativa affronta l’importante tema della diminuzione degli allievi nelle classi e nelle sezioni delle scuole comunali e pone l’attenzione sui punti critici della nostra scuola. In particolare risponde in modo particolareggiato proponendo soluzioni praticabili e , a nostro modo di vedere, efficaci.
È un’iniziativa coraggiosa sia perché presentata in un periodo in cui la tendenza privilegiata è quella del risparmio a discapito di quella degli investimenti, sia perché le misure presentate sono puntuali e vanno nella direzione indicata da anni dai docenti.
La riduzione del numero degli allievi per classe è uno degli argomenti che i docenti da anni sottolineano come una misura importante per migliorare la qualità dell’insegnamento.
Come docenti di Scuola dell’infanzia infatti ci troviamo quotidianamente ad affrontare le difficoltà e le sfide di un insegnamento basato sulla differenziazione ( abbiamo nelle nostre sezioni bambini dai 3 ai 6 anni) all’interno di classi numerose.
La diminuzione del numero di allievi per classe permette una migliore efficacia pedagogica e migliora notevolmente la qualità della relazione sia tra i bambini sia tra i bambini e la/le docente/i.
L’introduzione della figura del docente d’appoggio nelle classi con più di 20 allievi, così come proposta dall’iniziativa, ci sembra decisamente più efficace rispetto alla proposta del Gran Consiglio.
Proposta che lascia libertà di scelta ai Comuni se introdurre o meno questa figura, contribuendo di fatto a promuovere la disparità tra comuni finanziariamente più forti e comuni finanziariamente più deboli; creando così disparità di trattamento sul territorio .
L’iniziativa propone, al punto 1.2, anche la possibilità di creare delle sezioni composte unicamente da bambini di tre anni. Possibilità già attuata da singoli comuni negli scorsi anni , ma che l’iniziativa esplicita come una concreta possibilità. Questa può essere un’ulteriore occasione per migliorare l’accoglienza dei bambini più piccoli nella Scuola dell’infanzia e migliorarne la loro integrazione.
L’introduzione di una figura di accompagnamento (punto 1.4 del testo dell’iniziativa) per il sostegno di allievi con marcati problemi comportamentali, è un’ulteriore misura che va a favore di una migliore qualità della relazione e dell’insegnamento. E che permette al docente di affrontare in modo più efficace la gestione di casi particolarmente complessi.
Sebbene questa iniziativa sia nata come risposta a un crescente disagio presente tra i docenti delle Scuole Comunali , queste misure assumono un’importanza ancora più rilevante in vista dell’introduzione del Concordato HarmoS, a partire da settembre 2015.
Introduzione che comporterà un cambiamento sostanziale del lavoro dei docenti.

 

hologram 13s michael kors outlet uggs black friday grey toe 13s michael kors outlet beats by dre black friday hologram 13s jordan 13 barons louis vuitton outlet michael kors black friday jordan 11 legend blue jordan 11 legend blue michael kors black friday jordan 13 hologram jordan 11 legend blue north face black friday bred 13s the north face black friday legend blue 11s jordan 13 grey toe jordan 11 legend blue uggs black friday black infrared 6s michael kors cyber monday black infrared 6s Hologram 13s uggs black friday coach black friday jordan 13 hologram coach black friday beats by dre outlet legend blue 11s beats by dre cyber monday coach cyber monday hollister black friday coach outlet online jordan 6 black infrared legend blue 11s black infrared 23 13s jordan 13 grey toe