Interrogazione
Francesco Cavalli, 2 febbraio 2006Il settimanale “Il Caffé” del 22 gennaio dava notizia del caso di una bambina di 7 anni, espulsa perché “troppo vivace” dalla Tasis, (scuola americana di Montagnola). È già strano che una scuola che incassa una retta di 25'000 franchi (più un deposito di 2000) non abbia i mezzi per gestire un’allieva difficile! Ma il problema che è sorto è un altro.
La Tasis, grazie a un accordo con il DECS, può offrire una scuola elementare in lingua inglese, ma soltanto per famiglie che risiedono temporaneamente in Ticino - per non oltre i sei anni - un periodo che già di per sé sembra molto più che temporaneo. Sei anni in Ticino senza imparare l’italiano sembrano decisamente troppi, se pensiamo che persino i giocatori di hockey delle due squadre cantonali, che si fermano da noi anche per periodi più brevi, si danno la pena di seguire corsi di italiano.
Il caso della bambina espulsa ha però permesso di scoprire che lei e altri cinque allievi non rispettavano nemmeno questo termine.
Opportunamente il Dipartimento è intervenuto per richiamare la direzione della scuola al rispetto delle regole, ma restano aperti non pochi interrogativi.
Dall’articolo summenzionato risulta che le irregolarità sono venute a galla solo a seguito di un’espulsione e della denuncia da parte della famiglia; quali controlli erano stati fatti in precedenza?
Il periodo di sei anni per un soggiorno temporaneo non è eccessivo?
Alla Tasis l’insegnamento è in lingua inglese. È previsto almeno l’obbligo di seguire un corso di introduzione alla lingua italiana? Se così non fosse, non sarebbe il caso di porre questa condizione?
La bambina espulsa frequenterà ora la scuola pubblica? Se sì, quali interventi di sostegno si renderanno necessari per permetterle di seguire regolarmente le lezioni in una scuola italofona?
Ci sono altre scuole in Ticino che godono di particolari privilegi, e quali controlli vengono effettuati per verificare il rispetto delle regole?