Una delle funzioni fondamentali
della scuola, oltre all'istruire e all'educare, è quella di promuovere
l'incontro, il reciproco rispetto, l'integrazione sociale e culturale della
popolazione giovane del paese, indipendentemente dall'origine, dalla religione,
dal reddito dei genitori. Solo la scuola pubblica deve adempiere
compiutamente tale funzione, mentre il concetto stesso di scuola "privata"
implica separazione. Infatti le proposte in votazione permettono
alle scuole private di limitare le iscrizioni alle proprie capacità
d'accoglienza; al contrario la scuola pubblica è tenuta, se necessario,
ad ampliare le proprie infrastrutture per far posto a tutti.
La scuola pubblica ha fino ad oggi
saputo garantire a tutti gli abitanti del Ticino il diritto all'istruzione,
l'uguaglianza delle opportunità, l'integrazione delle diversità
e un buon livello di formazione. Ciò è stato possibile
grazie a risorse finanziarie adeguate. Ancora oggi la scuola pubblica
può adempiere il proprio compito, adeguarsi ai tempi, migliorarsi,
purché non le vengano sottratte ulteriori risorse, in aggiunta ai
tagli e alle restrizioni finanziarie di questi ultimi anni... Dalle considerazioni
che precedono tuttavia non discende per le famiglie l'obbligo di mandare
i figli alla scuola pubblica, i genitori che vogliono li possono mandare
nelle scuole private. Ma non si capisce perché dovrebbe discendere
l'obbligo dello Stato di finanziare chi ve li manda.
I sostenitori del sussidiamento
pubblico della scuola privata pretendono che la concorrenza gioverebbe
al sistema scolastico. Ma un sistema scolastico basato sulla concorrenza
tende a discriminare le regioni meno favorite e i ceti sociali più
deboli. Invece un sistema scolastico basato sul primato della scuola
pubblica evita questi pericoli, perché la scuola pubblica deve essere
presente capillarmente su tutto il territorio cantonale, deve essere aperta
a tutti e deve provvedere a mantenere in tutti gli istituti condizioni
di lavoro di buona qualità.
Sulla scheda di voto sembra che
si chieda di votare un sussidiamento più esteso (nel caso dell'iniziativa)
o meno esteso (nel caso del controprogetto) a una certa categoria di famiglie.
Male domande vere, cui occorre rispondere prima di votare sono altre.
Riteniamo davvero che sia nell'interesse generale, tale da giustificare
l'uso del denaro di tutta la popolazione, favorire l'espansione delle scuole
private e la riduzione dell'intervento pubblico (Cantone e Comuni) nell'istruzione?
Vogliamo davvero istituire una
categoria di scuole private nuova, indirettamente finanziata dallo Stato
e tuttavia parzialmente sottratta al controllo pubblico? Vogliamo
davvero introdurre il principio del "ticket" in una forma per ora parziale,
ma, se adottata, facilmente dilatabile, fino a raggiungere livelli difficilmente
prevedibili?
Infine, a proposito dei costi delle
due proposte, non esiste alcuna informazione attendibile. Infatti non è
stata fatta nessuna proiezione su base scientifica dell'effettivo impegno
finanziario indotto dall'accettazione dell'una o dell'altra proposta.
Si tratta comunque di una spese
aggiuntiva per lo Stato; poiché si sta perseguendo una politica
di sgravi fiscali che comporta minori entrate pubbliche, è chiaro
che questa spesa aggiuntiva sarà prima o poi sostenuta con tagli
in altri settori e su altri servizi, per ora non definiti. Eppure
occorrerebbe saperlo, per votare con vera consapevolezza: così,
invece, ci si chiede di votare alla cieca.