ASSOCIAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL CANTONE E DEI COMUNI IN TICINO


Due no per difendere la vera diversità


     Abbiamo seguito con interesse e non senza qualche perplessità il dibattito riguardante la votazione sulle scuole private. La lettera che più ci ha spinto ad intervenire è stata quella di Rachele ed Emanuele, apparsa sul Corriere del Ticino il giorno 8.2.2001.
 Essendo noi studenti ed ex-studenti del collegio Papio ed avendo vissuto l'esperienza di studiare in una scuola privata vorremmo riportare la nostra opinione.
 Abbiamo constatato che il sistema vigente al Papio non è molto rispettoso delle opinioni divergenti dal pensiero dominante di questa scuola. Infatti, le lezioni imposte di etica e religione non sono nient'altro che monologhi di preti o del rettore dove la morale cattolica è unica ed incontestabile. I professori, seppur bravi e competenti, sono spesso chiaramente di parte. é possibile parlare di libero sviluppo dell'individuo in una scuola dove esiste, di fatto, un indottrinamento, seppur debole, perpetrato attraverso le cerimonie religiose obbligatorie e lezioni di parte? Quale pluralismo potrebbe esistere nella società se ogni corrente filosofica o religiosa istituisse una sua scuola? é vero, ci sarebbero molti punti di vista diversi ma il pluralismo di cui tanto si parla non è questo. Il pluralismo significa reciproca comprensione e non solo tolleranza, significa formare giovani con visioni appunto plurali e non singolari. Il pluralismo che si vorrebbe creare con l'iniziativa è semplicemente una farsa, un pluralismo «settoriale»: una società composta da settori cristiani, islamici, laici che hanno avuto una formazione tendenziosa e che convivono nella tolleranza, si spera. La scuola pubblica ha invece lo scopo di formare persone con una visione più globale, meno tendenziosa, appunto, plurale. Questa è una vera ricchezza della società, un vero pluralismo. Perché dovremmo dunque finanziare degli istituti privati, come il Collegio Papio, che svolgono un ruolo pubblico ma circoscritto ad un determinato settore, in questo caso quello cristiano?
 é pur vero che la scuola pubblica non è esente da difetti. Don Grampa nell'opuscolo Virtutis Palestrae ritiene che la scuola pubblica sottometta gli allievi alle ideologie del singolo professore mentre una scuola privata ha perlomeno un progetto educativo preciso. Noi riteniamo che questo fatto vada a scapito delle scuole private. Ogni allievo, in una scuola pubblica media o liceale, ha almeno otto professori. Meglio essere influenzati da otto ideologie diverse che da una sola. Meglio ancora sarebbe non essere influenzati da nessuna ideologia, creando una scuola pubblica veramente critica, con professori realmente imparziali.
 Non si può certo fare con meno mezzi, diminuendo lo stipendio ai professori, tagliando i fondi per i loro corsi di aggiornamento eccetera. La scuola pubblica ticinese è buona, anche se qualche difetto esiste, aiutiamola dunque a crescere e svilupparsi, a perfezionarsi e a svolgere quel ruolo realmente sociale di promotrice di un vero pluralismo.


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