ASSOCIAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL CANTONE E DEI COMUNI IN TICINO


Un evidente valore simbolico 



Le prossime votazioni sui temi referendari hanno un evidente valore simbolico, che va ben oltre il contenuto delle singole tematiche. I cittadini ticinesi sono infatti chiamati ad esprimersi su un certo numero di questioni particolari, ma, in realtà, è sotto gli occhi di tutti che il voto rappresenterà una conferma o una smentita degli attuali indirizzi politici, a livello federale e cantonale.

Se la popolazione accetterà i temi proposti, vorrà dire che il nostro paese, e in modo particolare il nostro cantone, si avvieranno di fatto sulla strada che conduce verso un modello sociale ed economico ispirato a quello degli Stati Uniti, nel quale l’efficienza economica del sistema prevale in modo massiccio su tutti gli altri aspetti del vivere comune. Viceversa, un rifiuto sarà chiaramente un messaggio rivolto ai politici perché non conducano il paese su questo cammino e cerchino invece di dare delle risposte differenti alla situazione attuale. Tali risposte dovrebbero tenere conto di tutto quanto si è costruito nei passati decenni, ed evitare per quanto possibile di snaturarne il carattere. Non è un’idea campata in aria: qualcosa del genere sta avvenendo nei paesi dell’Europa centrale, dove si sta gradualmente sviluppando il cosiddetto “ modello renano”.

Vi sono poi alcuni aspetti sui quali occorre fare alcuni chiarimenti: innanzitutto, è errato considerare, come fanno molti, quanto sta avvenendo in un’ottica partitica. Nei fatti, il cittadino non è chiamato a votare i propri rappresentanti, come è stato il caso recentemente per il rinnovo dei municipi e dei consigli comunali, ma ad esprimere il proprio consenso rispetto ad alcune particolari scelte politiche. Il significato della votazione è quindi politico in senso ampio, in quanto concerne la persona come cittadino e non può essere perciò semplicemente ridotto alle collaudate logiche degli schieramenti partitici. Nei fatti, se da un lato è chiaro che siamo confrontati con un momento di stasi economica nel quale tutte le economie europee, al di là degli aspetti congiunturali ( e quindi passeggeri) sono chiamate a risolvere notevoli problemi a livello strutturale, dall’altro è altrettanto evidente che a tale situazione possono essere date   risposte sostanzialmente distinte. Le presenti votazioni rappresentano quindi idealmente un punto di scelta, al di là del quale si prenderanno poi cammini diversi.

In secondo luogo, nel caso particolare del canton Ticino, chiunque si rende conto che le attuali politiche economiche basate sugli sgravi fiscali non hanno prodotto segni consistenti che permettano di testimoniare un sensibile aumento della performance economica del sistema: d’altro canto, come avviene anche in campo scientifico, sta a chi realizza un intervento dimostrare concretamente che esso ottiene determinati risultati, e questo non è finora avvenuto. Tanto per fare un esempio, gli sgravi fiscali favoriscono in modo massiccio le grandi banche, le quali, se da un lato non hanno certo bisogno di simili favori, dall’altro non tendono attualmente a re- investire questi redditi in Ticino; per la situazione economica del salariato medio, invece, il risparmio ottenuto sulle imposte è, a conti fatti, assolutamente ridotto. Se si calcolano poi i servizi che l’ente pubblico taglia, appare chiaro che il santo non vale assolutamente la candela.

La Svizzera Italiana si trova confrontata con una situazione particolarmente difficile. Da un lato il quadro  clinico del nostro grande vicino italiano mostra un paese alle prese con evidenti problemi a livello economico e sociale, il quale sta gradualmente andando alla deriva rispetto al resto dell’Europa; dall’altro, la politica federale attuale è ( dichiaratamente) quella di ridurre i contributi alle regioni periferiche e alle minoranze linguistiche; infine, gli influssi della globalizzazione colpiscono il nostro territorio al pari di tante altre regioni. In termini concreti tutto questo significa: meno posti di lavoro federali, nel settore bancario, nelle attività non specializzate, nel settore industriale ecc.
È evidente che solo un territorio con una forte economia è in grado di garantire delle prestazioni sociali di buon livello: tutti sanno che il motore di una società avanzata è un’economia sana.

Tuttavia, appare in modo sempre più evidente che una politica fondata sugli sgravi fiscali non è in grado di condurre il nostro cantone verso queste mete.
In parole povere, gli sgravi penalizzano in modo evidente i lavoratori salariati senza parallelamente dar luogo ad una crescita del sistema, specialmente per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e in grado di occupare i nostri giovani in formazione, che sempre più spesso devono varcare le  Alpi o andare all’estero per trovare un impiego adeguato.

Di conseguenza, considerando i temi federali e cantonali nel complesso, è importante che il cittadino ticinese rifletta attentamente su di essi, ed esprima la propria scelta in modo chiaro, ben sapendo che essa avrà un valore che andrà oltre i singoli argomenti in questione, e sarà di fatto un segnale per i nostri governanti. Un segnale che influenzerà il futuro del nostro paese e dei nostri figli: disco verde equivale ad accettare in prospettiva un sistema nel quale i piani pensionistici saranno opzionali, l’assistenza medica e la qualità dell’istruzione differenziate a seconda del reddito, gli orari di lavoro sovraccarichi: questo avviene già abitualmente negli USA; disco rosso significa da un lato in primo luogo uno stop alle scelte attuali, ma non si tratta di un messaggio da leggere in chiave esclusivamente negativa: infatti, implicitamente, la richiesta è quella di mettere a punto soluzioni alternative, le quali tengano conto di tutto quello che si è costruito fino ad oggi, cercando sì di favorire lo sviluppo economico, ma senza che ciò vada a scapito del livello di civiltà, di socialità e di qualità di vita che il nostro sistema è stato finora in grado di garantire ai propri cittadini.

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