ASSOCIAZIONE PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL CANTONE E DEI COMUNI IN TICINO


Tre referendum: grandi nemici molto onore



Con bel tempismo, il Preventivo 2004 è stato approvato poco prima del Natale 2003. Difficile raccogliere in tempo utile le firme per un referendum, avranno pensato i padri coscritti. Un gruppetto di docenti- kamikaze ci ha provato, e ne ha lanciati tre: diavolo, hanno raccolto una marea di firme. Chi avrebbe mai creduto che quindicimila ticinesi si sarebbero scaldati per l’abolizione della ginnastica correttiva, per l’aumento di un’ora- lezione alla settimana, per qualche “ contenimento di spesa” scaricato sui comuni? Invece eccole lì, le meravigliose quindicimila firme moltiplicate per tre. I tre argomenti sono marginali, ci è stato detto, e non avrebbero peggiorato la qualità della scuola. Sono talmente marginali e poco incisivi che, per combattere i referendum, sono scesi in campo i massimi esponenti politici ed economici del Cantone: i presidenti dei due partiti storici borghesi, il presidente dell’Udc e uno dei figli prediletti della Lega, spalleggiati da alti rappresentanti dell’economia. Gente, questa, che, se volesse, potrebbe pagare di tasca propria la ginnastica correttiva per tutti gli allievi del paese e che della scuola si è sempre interessata come dell’alimentazione delle femmine dei caribù. Allora, si potrebbe dedurre, gli argomenti tanto marginali e inoffensivi non sono. I sostenitori dei referendum, ovviamente, gongolano: affrontare e vincere tanta armada sarà glorioso. E la vinceremo, eccome.
I ticinesi non sono stati certo svelti a vedere le conseguenze dell’andazzo neoliberista, ma, una volta capita l’antifona, hanno preso a martellare a due mani, e lo stanno facendo sempre più. Hanno cominciato con i sussidi indiretti alle scuole private, hanno continuato con la privatizzazione delle aziende elettriche, su su fino a bocciare il raddoppio del tubo del Gottardo. Hanno capito che non è per colpa del destino se la posta ha peggiorato i suoi servizi, se le casse malati li dissanguano, se le banche fanno utili miliardari sulle spalle di migliaia di licenziati, se i sussidi ai disoccupati calano. E hanno capito che toccare la scuola e la salute non è stata una scelta casuale, dovuta soltanto a casuali minori disponibilità finanziarie del Cantone. Perché quando interessa a lorsignori i soldi, come per incanto, saltano fuori: avrebbero perfino trovato trenta miliardi per meglio intasare di Tir il Mendrisiotto e peggiorare l’aria del Ticino tutto.
Gli avversari dei referendum sono in fibrillazione: se passano, minaccia la consigliera di Stato Marina Masoni, cui non piace l’aggettivo “ meraviglioso”, dovremo aumentare le tasse: naturalmente se ne guarda bene dal precisare “ a chi” si dovrebbero aumentare; il consigliere di Stato Gendotti scopre non solo che uno dei suoi predecessori, l’avvocato Argante Righetti, è un vetero- comunista, ma anche che aver abolito tutte le tasse di successione non è stata un’idea brillante; il focoso dottor Dell’Ambrogio propone di buttar fuori dall’amministrazione i suoi stessi amici politici e, preso dalla foga, si dimentica che gli stipendi sono calcolati su base annua: che poi vengano distribuiti in dodici volte o in tredici, sempre zuppa e pan bagnato è, altro che tagliare la tredicesima; l’avv. Fabio Bacchetta- Cattori si affida alla patalogica, quando afferma “[ Le misure finanziarie del preventivo 2004 sono decine]. Chi ha gridato contro questo preventivo […] non ha lanciato il referendum contro tutte […], ma si è limitato a selezionarne alcune. In sostanza ha tacitamente approvato tutte le altre”, alto pensiero che traduce in politichese il detto “ Chi tace acconsente”. Aspettiamo con ansia il giorno in cui lo approfondirà con “ Un bel dì vedremo…” o “… sento l'orma dei passi spietati”.
In realtà, e questo i ticinesi l’hanno ben capito, si tratta di battere in breccia la politica dei Robin Hood alla rovescia, che prendono ai poveri per dare ai ricchi. Quindi, il 16 maggio, dopo aver respinto, già che ci saremo, anche le proposte che ci giungono da Berna, brinderemo alla vittoria dei tre referendum sulla scuola e di quello sui sussidi per le casse malati.

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