La notizia della morte di Mario Forni riempie di tristezza l’animo di chi ha ammirato e condiviso il suo impegno per il paese. Nella scuola ticinese egli ha operato per decenni. Forte di una vasta cultura e di una grande sensibilità umana, ha svolto un’attività esemplare nella formazione di generazioni di ragazzi. Ha lavorato intensamente per trasmettere loro conoscenze e soprattutto per prepararli ad affrontare la vita con spirito libero, aperto al dialogo e alla ricerca.
Quando, nell’aprile 1997, è stata deposta l’iniziativa popolare mirante all’introduzione di un aiuto finanziario indiretto del Cantone alle scuole private, Mario Forni ha fatto parte della cerchia di persone convinte della necessità di fare argine a una rivendicazione che minacciava gravemente la scuola pubblica. Dai colloqui e dalle comuni riflessioni è nata l’idea di costituire l’Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni in Ticino. Subito egli è apparso come la persona idonea all’assunzione della presidenza. È stato incaricato di elaborare il progetto di manifesto del comitato promotore, presentato in una conferenza stampa svoltasi il 2 giugno 1997, ed è stato designato presidente dall’assemblea costitutiva dell’associazione nel settembre successivo.
Nell’azione contro l’iniziativa popolare e poi contro il controprogetto l’Associazione per la scuola pubblica ha svolto un ruolo determinante. Mario Forni l’ha guidata con capacità e con fermezza. Con scritti, con interventi in dibattiti e in riunioni, ha richiamato il valore formativo della scuola pubblica e la sua funzione di coesione sociale, ha esortato a non fare a pezzi la scuola pubblica. Grande è stata la sua soddisfazione per i risultati della votazione popolare del 18 febbraio 2001, che ha respinto iniziativa e controprogetto con oltre il 70% di no.
Mario Forni non ha raccolto soltanto la sfida dell’iniziativa popolare. Si è fortemente impegnato anche per il miglioramento della scuola pubblica. Parecchi sono stati gli interventi in tal senso già prima della votazione popolare. Basti ricordare il documento del novembre 1999 sui tagli alla scuola pubblica e le loro conseguenze.
Dopo la votazione popolare ha proposto la costituzione di alcuni gruppi di lavoro. Dalle relative riflessioni è scaturito il rapporto 2001 su alcuni problemi della scuola pubblica ticinese con considerazioni e proposte sull’insegnamento delle lingue, sulle nuove tecnologie informatiche nella scuola, sull’approccio al fenomeno religioso nella scuola pubblica, sulla " nuova civica" e l’educazione alla cittadinanza.Il suo messaggio è bene riassunto nelle conclusioni dell’articolo pubblicato nel primo anniversario del voto popolare: " Il popolo ticinese ha dimostrato di volere una scuola pubblica efficiente e aggiornata, com’è più che mai necessario in tempi come i nostri, di mutamenti impetuosi e di disorientamenti diffusi; uno strumento affidabile di istruzione e di educazione per tutti, adeguato ai bisogni sempre nuovi dei giovani e della compagine sociale; un fattore di integrazione e di coesione in una società di per sé composita e non di rado centrifuga.
Facciamo voti affinché la volontà espressa dai ticinesi quel giorno venga rispettata da tutti per il bene della gioventù e per la prosperità anche futura del paese " .
In quest’ora di tristezza è forte il sentimento della gratitudine per quanto Mario Forni ha dato al paese. Ci mancherà la sua passione civile.
Se c'è una cosa per la quale Mario Forni ha lottato nel corso della sua vita, è il miglioramento della scuola ticinese. Lo ha fatto sul campo concreto di un pluridecennale impegno professionale nella sua qualità di insegnante e direttore d'istituto, ma lo ha fatto anche da pensionato, quando ha assunto con passione la presidenza dell'"Associazione per la scuola pubblica" e ha condotto con assoluta liberta intellettuale, con chiarezza e pacatezza, la "battaglia" sfociata nel grande successo popolare relativo alla votazione sul finanziamento delle scuole private.
La sua è stata insomma una "lunga fedeltà" nei confronti dei problemi della formazione dei ragazzi e del funzionamento del complesso "sistema" che vi sta alla base.
Una fedeltà che si è manifestata ancora nelle ultime settimane, quando si era trattato di preparare un progetto circa il futuro dell'insegnamento della religione nelle scuole ticinesi che sapesse andar oltre la sua odierna natura confessionale, e nella cui fattibilità credeva molto nell'interesse del Paese.In questo senso la sua voce, decisa ma aperta e mai votata alla prevaricazione, determinata ma sempre costruttiva negli obiettivi che presupponeva, mancherà al dibattito sulla scuola ticinese.
L'auspicio è dunque quello che il suo esempio, i suoi progetti e il suo messaggio di “stile” non vengano scordati in un momento difficile come è quello odierno, bensì che il suo testimone venga raccolto non da uno, ma da molti. Nessuno è indispensabile: indispensabile, però, è che vi sia chi, nella fattispecie, segua l'azione di Mario Forni con pari coerenza e altrettanta sincera buona volontà.
Colto da infarto, è morto giovedì sera ad Albinasca, frazione Airolo, nella sua casa di vacanza, Mario Forni,
70 anni, personalità di spicco nel mondo della scuola, essendo stato direttore dei ginnasi di Locarno ( Via Varesi e Morettina) e docente alla Scuola magistrale cantonale.
Residente ad Arcegno, sposato con Illeana da cui ha avuto quattro figli, Mario Forni - nato il 15 marzo 1932 ad Airolo - aveva studiato alla Cattolica di Milano dove aveva conseguito il dottorato in letteratura, storia e filosofia. Ultimati gli studi, dopo aver insegnato a Mendrisio nel 1964 era giunto a Locarno ed aveva assunto la direzione del ginnasio di Via Varesi e poi di quello alla Morettina. Era stato anche esperto d’italiano nelle scuole medie cantonali. Successivamente, dagli anni ’ 80 aveva insegnato letteratura italiana alla Scuola magistrale. Anche dopo il pensionamento, nel 1994, aveva continuato a seguire il mondo della scuola e a battersi attivamente. Nel settembre del 1997 era stato in particolare uno dei fondatori - e poi presidente - dell’Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni in Ticino, nata come risposta al successo ottenuto dall’iniziativa popolare lanciata dal Coordinamento delle scuole private per l’introduzione di un bonus scolastico a beneficio delle famiglie che mandano i loro figli in una scuola privata. Intensa anche la sua attività pubblicistica. Dalla fine degli anni ’ 60 fu redattore de " Il Risveglio" e dal ’ 68 al gennaio 2000 segretario di redazione della rivista " Dialoghi". Membro della Commissione federale contro il razzismo e la xenofobia, recentemente aveva tradotto il Messaggio delle Chiese sulla consultazione ecumenica per il futuro sociale ed economico della Svizzera, pubblicato nell’agosto dell’anno scorso. In ambito politico, dal ’ 72 al ’ 76 fu consigliere comunale a Losone per il Ppd e per un anno presiedette il Legislativo.
Il funerale avrà luogo domani, domenica, con inizio alle 14.30, nella chiesa di Airolo. Prezioso commentatore de la- Regione Ticino, Mario Forni era padre del nostro collega Serse. Alla famiglia le condoglianze del giornale.