Mauro Dell'Ambrogio in un suo recente articolo, dal quale trasudano purtroppo pregiudizi in quantità industriale sul mondo della scuola, ha comunque individuato correttamente quella che potrebbe diventare la vera alternativa posta dall'iniziativa sul finanziamento delle scuole private.
Dice il vice-presidente del partito liberale: l'esito della votazione popolare dipenderà dal quesito volto a sapere se il popolo ticinese riterrà "la coesione fra le classi sociali e fra le culture diverse [...] più importante della libertà di scelta [della scuola]". Questa mi sembra effettivamente la questione fondamentale sollevata dall'iniziativa.
Infatti il sistema scolastico attuale del nostro cantone è basato su alcuni principi che è bene esplicitare per chiarezza del lettore:
Lo Stato si impegna a fornire gratuitamente il servizio scolastico in tutti gli ordini di scuola, anche nelle scuole post obbligatorie, rimuovendo in tal modo l'ostacolo finanziario che nel passato ha impedito a tanti giovani di accedere all'istruzione alla quale avrebbero potuto aspirare.
Lo Stato si impegna a garantire la presenza di sedi scolastiche a distanze ragionevoli per ogni allievo, in modo da evitare loro lunghi tragitti quotidiani.
Così le sedi di scuola dell'infanzia sono presenti in ogni comune, quelle di scuola elementare in sedi che consorziano alcuni comuni (un timore forse esagerato per le pluriclassi ha portato a numerosi consorziamenti), le scuole medie in ogni regione (Valli, periferie cittadine, città), mentre da un unico liceo si è passati negli anni settanta a cinque sedi.Lo Stato si impegna a garantire una formazione di qualità grosso modo equivalente e di buon livello in tutte le sedi scolastiche, quindi a tutte le regioni del paese.
Corollario derivante da questa scelta, ognuno è tenuto obbligatoriamente a frequentare la sede del proprio comprensorio di domicilio. Quest'ultima norma, a prima vista costrittiva, è però quella che garantisce una relativa comparabilità sociale degli istituti e rende inutili le quote a cui il dottor Carlevaro deve artificiosamente ricorrere per ovviare agli inconvenienti che ha ben intravisto nel modello della libertà di scelta. I comprensori dei nostri licei, per esempio, sono tutti abbastanza compositi dal punto di vista sociale e questa varietà sociale la si ritroverà anche nella popolazione degli istituti.
Le scuole medie, essendo più numerose e con comprensori più piccoli, possono talvolta presentare tra di loro differenziazioni sociali più marcate se il bacino di provenienza degli allievi è più caratterizzato. È il problema di qualche sede alla periferia delle città. Ma nella nostra realtà cantonale non abbiamo periferie urbane così marcatamente disastrate come attorno ad altre più grandi città del nostro continente. Possiamo così risparmiarci sedi con concentrazioni importanti di allievi problematici. La presenza nelle stesse sedi scolastiche di allievi intellettualmente più dotati e di altri che lo sono meno, rende più facile la gestione dell'insieme delle classi. La conoscenza reciproca fra allievi di ceti sociali diversi, di provenienze nazionali o culturali diverse, favorisce la coesione presente e futura della società ed è da considerare un bene inestimabile.Il principio della libertà di scelta della scuola sostenuto dagli iniziativisti, arrischia di far saltare questa costruzione. La facilitata libertà di scelta tra scuola pubblica e scuola privata renderà meno accettabile anche il vincolo del comprensorio per gli istituti pubblici, che finirà per dover essere smantellato. A quel momento avremo la totale libertà di scelta. Conseguenze: si assisterà ad un processo di differenziazione degli istituti (per effetto della concorrenza, cui l'onorevole dell'Ambrogio attribuisce tante virtù anche nella scuola), con la rincorsa delle famiglie a far iscrivere i propri figli nelle sedi ritenute migliori (perché ottengono migliori risultati, perché non ci sono determinati tipi di allievi: i difficili, i turbolenti, gli stranieri, gli asilanti; perché son stati ceduti ad altri istituti gli insegnanti meno capaci). Invece dell'agognata libertà di scelta, molti faranno l'esperienza della corsa ad ostacoli per trovare una sede adatta per iscrivere il proprio figliolo. Gli istituti migliori potranno però essere a quel momento geograficamente lontani, avranno posti limitati e dovranno rifiutare delle iscrizioni. Molti i postulanti, ma pochi gli eletti. Per gli esclusi, ossia per i molti, resteranno gli altri istituti, impoveriti dei migliori allievi e dei migliori docenti, con concentrazioni di casi problematici. È l'amara esperienza che hanno fatto i genitori francesi quando lo Stato ha permesso agli istituti liceali di reclutare un terzo degli allievi fuori del proprio comprensorio. Esperienza colta perfettamente da un umorista in una vignetta del Nouvel Observateur, dove una madre snervata, in presenza della figlia, supplica il direttore della scuola: "Ma direttore, se non proprio al liceo Henri IV, posso almeno iscriverla al liceo Henri III?" Come consumatori, se non possiamo permetterci l'auto di lusso, possiamo anche accontentarci dell'utilitaria, non casca il mondo.
Ma per l'educazione dei nostri figli, è veramente saggio accettare la stessa logica del mercato?
jordan 13 hologram louis vuitton outlet michael kors black friday grey toe 13s michael kors black friday north face black friday uggs black friday jordan 13 hologram hologram 13s black infrared 6s jordan 13 grey toe jordan 11 legend blue black infrared 6s black infrared 6s coach black friday jordan 13 barons jordan 11 legend blue black infrared 6s hologram 13s michael kors outlet black infrared 23 13s sac louis vuitton jordan 13 barons jordan 13 grey toe jordan 11 legend blue jordan 6 black infrared michael kors outlet jordan 13 hologram coach factory outlet coach black friday coach cyber monday Hologram 13s beats by dre black friday jordan 6 black infrared beats by dre black friday kate spade outlet north face cyber monday black infrared 6s michael kors black friday coach cyber monday